IN MARCIA PER LA PACE… Per dire NO a tutte le guerre!

MARCIA PER LA PACE

                                                                                                                   Cevo, 23 aprile 2022

Buongiorno a tutti e benvenuti.

Rivolgo i miei ringraziamenti al sindaco di Cevo Silvio Citroni e alla vice presidente del museo della Resistenza Katia Bresadola per avermi chiesto di condividere questa mattinata tanto significativa.

Non è stata una marcia come le altre, liscia, lineare, sull’ asfalto che lascia poco agli imprevisti, che ha un ritmo; questa marcia è stata contraddistinta da un percorso difficile, sconnesso, l’incedere è stato faticoso e ci ha costretti a stare molto bene attenti per non tradirci appoggiando malamente un piede, ci ha obbligati ad essere presenti a noi stessi.

È stata una marcia che ci ha fatto vivere con il corpo quanto è difficile la via della Pace e quanto vigili dobbiamo essere per non inciampare in superficiali conclusioni.

E bene hanno fatto gli organizzatori ad indurci a questa esperienza anche fisica, una metafora; la pace è un percorso complesso. Le parole, i discorsi, non sono sufficienti, servono atti concreti, di sostanza, che ognuno di noi deve mettere in atto nella vita quotidiana con azioni di responsabilità e cura, verso sé stessi e verso l’altro, chiunque esso sia.

Noi siamo qui oggi per manifestare insieme contro il sanguinoso conflitto tra Russia e Ucraina, ma non possiamo dimenticare che questa guerra è solo l’ultima in ordine di tempo e probabilmente quella che ci tocca di più perché coinvolge profondamente l’occidente.

Il nostro pianeta è ancora infettato da decine di guerre aperte che continuano a uccidere e affamare milioni di persone di cui nessuno parla.

Quante sono le guerre in corso nel mondo adesso?

“Conflitto aperto e dichiarato fra due o più stati, o in genere fra gruppi organizzati, etnici, sociali, religiosi condotto con l’impiego di mezzi militari”, questa è la definizione della parola “guerra”.

Quindi è una guerra quella che il Messico combatte dal 2006 contro i cartelli della droga (e che i cartelli combattono tra loro) e in cui dall’inizio dell’anno sono morte 1.367 persone. O quella che si svolge in Nigeria dal 2009 e in cui nel 2022 sono morte 1.363 persone. Ovviamente sono guerre quella in Siria (1.037 morti nel 2022), in Iraq (267 morti), nello Yemen (5.099 morti), nella regione del Tigrai, in Etiopia (410 morti).

Si può definire guerra quella che devasta la Birmania, dove dall’inizio dell’anno ci sono state 3.846 vittime. L’Afghanistan è in guerra dagli anni settanta, con milioni di vittime, e negli ultimi mesi ha visto crescere il numero di rifugiati (sarebbero decine di migliaia) mentre la carestia minaccia cinque milioni di bambini.

Ci sono le guerre “a bassa intensità”, come il conflitto tra Pakistan e India per la regione del Kashmir (575 vittime nel 2021 e 25 dall’inizio dell’anno) o quello in Sudan (1.364 morti nel 2021, 97 nel 2022). E ancora: Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Mozambico, Israele e Palestina.

La guerra è guerra, ovunque essa sia!

Salendo, durante il percorso, nella frazione di Andrista, abbiamo incontrato un testimone di pace!

È una pianta di cachi, figlia di quella sopravvissuta al bombardamento atomico di Nagasaki il 9 agosto 1945, un testimone degli inutili orrori che la guerra porta con sé.

Il 12 aprile del 2019 l’Amministrazione Comunale di Cevo ha deciso di accoglierla come strumento dall’alto valore simbolico per richiamare costantemente la comunità alla riflessione e all’impegno per la pace.

La scorsa estate, proprio il 9 agosto, sotto quell’albero abbiamo ricordato i terribili fatti successi in Giappone nel 1945 facendo vibrare il suono dei gong, a loro volta strumenti messaggeri di pace.

20 giorni fa, in veste di consigliere delegato, in collaborazione con l’Associazione Nagasaki Brescia kaki Tree for Europe abbiamo messo a dimora uno di questi kaki speciali nella residenza estiva del Presidente Sergio Mattarella.

Un atto di riconoscenza da parte della mia comunità per la visita che il Presidente fece a Castegnato il primo novembre del 2020, un gesto di gratitudine quindi, ma anche l’invito a porre l’attenzione sull’importanza di perseguire la pace instancabilmente e di prendersene cura perché quell’esile pianta, simbolo di resistenza, di cura ha bisogno per sopravvivere.

E allora, come per la pianta, anche per raggiungere la pace, c’è bisogno di prendersi cura, l’I CARE di Don Milani, la cura delle giovani generazioni, la cura della scuola, dell’educazione, la cura degli altri e del pianeta, la cura del bene comune e della comunità, dei diritti umani, la cura delle istituzioni democratiche.

La cura è la linfa che darà nuova vita alla comunità mondiale; un atto di resilienza che quella piccola pianta, portatrice di un grande messaggio, ogni giorno, coraggiosamente, ci invita a fare.

A conclusione, il nostro marciare oggi, il nostro essere partiti insieme per fare un percorso di consapevolezza in nome di un’unica meta che è la pace, ci sprona ad essere, ogni giorno, guerrieri di un unico combattimento che è quello per la libertà, l’integrità e la dignità umana. E allora, buon lavoro a tutti.

Giulia Bonomelli