GINO, DONATO…E TANTO ALTRO!

 Il Museo della Resistenza di Valsaviore, in occasione della ricorrenza del 72° anniversario dell’incendio di Cevo, ha curato in collaborazione l’Amministrazione comunale, gli eventi a carattere culturale inseriti nel programma ufficiale della manifestazione.

Nella serata del 2 Luglio 2016, è stato presentato presso la Sala consiliare del Comune di Cevo “Il racconto di Gino” di Valerio Moncini, terzo volume della collana di libri illustrati voluti dal Museo della Resistenza di Valsaviore per promuovere e diffondere la memoria storica relativa al periodo resistenziale affinché i fatti narrati possano sensibilizzare le giovani generazioni, aprire le loro coscienze e far interiorizzare i valori e gli ideali che mossero le gesta di quanti combatterono nella Lotta di Liberazione.

Come le precedenti pubblicazioni “Il racconto di Rosi” ed.2014 e “Il Racconto di Enrichetta” ed. 2015, anche “Il racconto di Gino” è stato scritto dal maestro Moncini, il quale, dopo aver rielaborato le testimonianze rilasciate dai protagonisti del tempo, ha lasciato libera espressione all’artista Sabrina Valentini che ne ha sapientemente illustrato i momenti peculiari.

Virginio Boldini, per tutti amichevolmente Gino, nato a Saviore il 28 luglio del 1923 è il narratore delle esperienze da lui stesso vissute all’interno del dramma della Seconda Guerra Mondiale, allorché “sbandatosi” anch’esso come tanti giovani militari a seguito della proclamazione dell’armistizio l’8 settembre 1943, rientra fortunosamente in Valsaviore e smessa la divisa di carabiniere, dopo un periodo di renitenza nascosto accuratamente dai familiari, decide di disertare al Bando di arruolamento nella Repubblica Sociale di Salò e di restare libero sui monti unendosi al primo gruppo di partigianato costituitosi intorno alla figura del siciliano Nino Parisi che più tardi assumerà la denominazione di 54esima Brigata Garibaldi.

Attraverso la narrazione della sua militanza come comandante della polizia partigiana della brigata, Gino offre ai lettori un vivido spaccato del periodo storico resistenziale italiano accomunando la sua esperienza a quella di tanti suoi compagni partigiani: all’età di novantatré anni, è uno dei pochi partigiani ancora viventi che come lui rappresentano la continuità della Resistenza, nella consapevolezza di testimoniare  anche per conto di chi non c’è più, la perennità degli ideali di giustizia e libertà che mossero le gesta di quanti combatterono durante il periodo resistenziale.

Nel 2015, a 70 anni dalla Liberazione, il Presidente Sergio Mattarella ha riconosciuto a molti partigiani italiani, tra i quali Gino Boldini, la Medaglia d’oro al valor militare così motivandola: “Non stancatevi di parlare con i giovani, raccontare loro cosa è stato, fateli appassionare alla storia della Resistenza, la più bella espressione della storia italiana; parlate della paura e della forza, dell’incoscienza e del coraggio generoso, sentimenti per i quali oggi siamo qui, a settant’anni di distanza, a dirvi solennemente grazie!”.

La presentazione del libro è stata impreziosita dalla lettura emozionante e coinvolgente dell’attore Marco Ghizzardi intervallata dalle note melodiose e armoniche della fisarmonica del nostro virtuoso Marco Davide, il quale alla presenza di un numeroso pubblico attento e partecipe tra cui spiccava la figura commossa di Gino Boldini, ha eseguito brani a tema resistenziale come “L’inno della 54° Brigata Garibaldi” e “Cevo 3 Luglio 1944”.

Inaugurata in anteprima il 3 luglio e successivamente riproposta durante la tradizionale mostra della pittura, della scultura e dell’artigianato di Agosto, la mostra a tema resistenziale “Volti, luoghi e racconti della Resistenza” ha messo in esposizione opere di artisti camuni che si adoperano a trasmettere esteticamente, per mezzo delle loro creazioni, i contenuti e i valori impliciti della Resistenza. Il dalignese Edoardo Nonelli, ha scelto tra i suoi numerosi capolavori, i disegni originali utilizzati per arricchire la pubblicazione “La terza età della Resistenza” di Tullio Clementi e Luigi Mastaglia, rappresentanti alcuni tragici momenti della guerra di Liberazione in Valle Camonica e alcune figure di partigiani. L’artista Sabrina Valentini ha selezionato alcuni dei disegni ideati per illustrare la collana di racconti voluta dal Museo della Resistenza per promuovere nelle scuole i valori resistenziali attraverso le testimonianze dei protagonisti del tempo. Gian Mario Monella con le sue opere ha proposto “sogni perenni di vita, di pace, d’amore, di gioia, di gioco, irrimediabilmente impastati con il dolore, il pianto e la tragedia”. Infine gli artisti cevesi Brunone Biondi e Oberto Belotti hanno riprodotto su tela scene di episodi tragici legati ai fatti resistenziali della Valsaviore come l’incendio di Cevo e l’impiccagione del giovane partigiano Sola di Saviore.

Nella cornice di questa mostra tematica, è stato presentato il libro “Sulle ali della memoria” di Alessandro Rodia, dedicato all’eroe Partigiano della 54ª Brigata Garibaldi, Donato Della Porta vittima di un commando nazifascista il 12 dicembre 1944 in località Baulé. L’autore per l’occasione è stato accompagnato dal sindaco di Francavilla Fontana, paese d’origine del partigiano brindisino, che ha inoltre presenziato ufficialmente alla cerimonia commemorativa in ricordo del 3 Luglio 1944.

Tra i compagni di lotta di Gino e tra coloro che iniziarono a costituire i primi gruppi delle formazioni partigiane in Valsaviore, spicca la figura di Donato della Porta, uno degli uomini più fidati del leggendario comandante Parisi che per combattere contro gli orrori del nazifascismo, aveva imparato a muoversi tra le vallate, tra gli strapiombi, i laghi e le fitte pinete della Valsaviore, luoghi molto diversi dal suo paese segnato da masserie e distese d’ulivi. Il Della Porta combatté a fianco dei compagni di lotta con il nome di battaglia “Brindisino” sul capo del quale i fascisti avevano messo una taglia per la determinazione dimostrata dallo stesso nell’attività militare e nelle azioni di pattuglia, mentre per le sue capacità organizzative a guidare le squadre di partigiani, la 54ª Brigata d’assalto Garibaldi “Bortolo Belotti” gli assegnò il comando di un Battaglione.

Il 9 dicembre 1944, alcuni partigiani rimasti operativi durante l’inverno vista l’impossibilità di rientrare a casa, tra cui Donato Della Porta, mentre sostano per la notte in una cascina a Baulè, vengono sorpresi nel sonno e si ritrovano circondati da un gruppo di nazifascisti guidati da una giovane spia di Grevo. Quando dopo una furibonda sparatoria, la cascina viene data alle fiamme, quattro partigiani tra cui Della Porta escono con le mani alzate, e mentre quest’ultimo fa di ritornare verso la porta per convincere gli altri due ad arrendersi, viene freddato dai colpi dei nemici e portato agonizzante nella canonica di Valle dove morirà poco dopo. Sepolto nel cimitero locale, la salma dell’eroe partigiano giungerà nella sua Francavilla il 16 Novembre del 1945 accompagnato durante il lungo percorso da due carabinieri e da sei rappresentanti della 54° Brigata Garibaldi. Il 25 Aprile 2013 i partigiani morti a Baulè, sono stati ricordati durante le celebrazioni ricorrenti alla Liberazione con una lapide apposta sul fienile a perenne ricordo e monito per le future generazioni.

Katia Eufemia Bresadola

foto articolo Gino