3 LUGLIO 1944-2025: 81° ANNIVERSARIO DELL’INCENDIO DI CEVO.

CEVO, 3 LUGLIO 1944-2025: 81° ANNIVERSARIO DELL’INCENDIO.
“L’estendersi dell’egemonia partigiana sulla Valsaviore si concretizzò con l’occupazione di Cevo il 30 giugno 1944, condotta senza incontrare resistenze apprezzabili da parte dei repubblichini, molti dei quali si erano da tempo allontanati dal paese.
Il primo luglio venne presa d’assalto la postazione fascista di Isola: il duro combattimento si concluse con l’eliminazione del presidio nemico. Negli scontri persero la vita 4 militi e il partigiano Luigi Monella.
In Valsaviore ormai i repubblichini non potevano circolare liberamente.
La risposta a questo stato di cose si ebbe il 3 luglio 1944, con un’improvvisa incursione di ad opera di 2000 fascisti, partiti di primo mattino dal fondovalle, con l’obiettivo di giungere a Cevo. In paese si preparavano le onoranze funebri al partigiano Luigi Monella, alla presenza di una ventina di compagni d’arme.
L’offensiva, sferrata da 4 direttrici con una manovra a tenaglia, chiuse il paese in una morsa di circa 2000 camicie nere. Alle 4 del mattino, le sentinelle danno l’allarme e inizia la sparatoria, dapprima rada e poi sempre più fitta. Al momento dell’attacco, i partigiani impegnati a difesa sono 23 e organizzano una coraggiosa quanto disperata resistenza, durante la quale trattengono per qualche ora le preponderanti forze avversarie. Solo verso le 9, puntando le armi alla schiena delle donne catturate nei fienili circostanti, i nazifascisti riescono a penetrare nell’abitato: i difensori, rimasti a corto di munizioni, sono costretti allo sganciamento. Le squadracce man mano penetrano nell’abitato di Cevo e, avanzando di casa in casa, si abbandonano ad atti vandalici, rastrellano brutalmente la popolazione e saccheggiano l’intero paese.
Inizia la pioggia di bombe incendiarie sulle case. Nel frattempo una parte della popolazione è riuscita a fuggire e a mettersi in salvo, il resto viene sospinto dai fascisti verso la Colonia Ferrari, dove anche gente di Saviore era lì ammassata dopo che anche questo paese era stato messo a soqquadro da un plotone di camicie nere.
I fascisti hanno raso al suolo Cevo, che al tempo contava circa 1000 abitanti tra donne, uomini e bambini.
Il bilancio di questa crudeltà, di questa inaudita ferocia: cinque vittime inermi, un partigiano, 151 case totalmente distrutte, altre 48 rovinate dalle esplosioni dei mortai e delle armi automatiche pesanti, altre 12 case saccheggiate, oltre 800 abitanti senzatetto, 165 famiglie disastrate”.
Testo tratto dal prossimo volume di racconti, che avrà come tema l’incendio di Cevo.
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