La ristampa (seconda edizione 2021) della presente Guida alla storia e alla documentazione, dopo otto anni dalla prima, è motivo di legittima soddisfazione per il Museo della Resistenza di Valsaviore. Ciò significa che le 500 copie della prima edizione sono entrate nelle sedi istituzionali degli Enti pubblici, dei Sindacati, delle varie Associazioni , delle famiglie, delle nostre scuole. La sua diffusione capillare risponde ed attua una delle finalità fondamentali dello Statuto del Museo: “mantenere viva la Memoria, proponendosi di diventare un punto di riferimento per la raccolta e la salvaguardia delle fonti documentarie sul periodo storico della Resistenza…” ( art. 2 ).

Grazie all’impegno plurale, appassionato e competente , dello storico Mimmo Franzinelli, del ricercatore Valerio Moncini e della laboriosa responsabile promotrice del settore Cultura e Rapporti con il mondo scolastico Katia E. Bresadola , la MEMORIA di persone, di fatti e di luoghi degli eventi eroici, ma anche marcati da ricordi e dolori mai dimenticati, legati al movimento resistenziale della Valsaviore , è entrata nelle nostre case, in tutti i luoghi in cui si svolge la nostra vita quotidiana, risvegliando emozioni assopite dal tempo, rinnovando memorie sbiadite, nuove conoscenze, voglia di approfondimento, stupore e curiosità.

La nuova edizione rimane inalterata nel testo originale, salvo correzioni di carattere tipografico o di refusi nella stampa, segnalati anche grazie all’attenzione dei lettori. Cambia, invece, la veste tipografica che si presenza aggiornata degli eventi maturati nel corso di otto anni, potenziati nella documentazione relativa agli stessi, migliorata nell’ impostazione e nel materiale tipografico. Il Museo della Resistenza non dispone di risorse finanziarie proprie e può svolgere le attività programmate solo grazie al contributo economico degli Enti locali, degli Enti Comprensoriali, Associativi e con il parziale rientro delle spese di stampa mediante le vendite dei libri, in modesta misura. Ai sensibili e generosi sostenitori va il più sentito e doveroso ringraziamento.

Dal 2013 ad oggi sono stati pubblicati sette volumetti della collana “Il racconto di…” Il ed entro la fine dell’anno in corso sarà pronto anche l’ottavo. Si tratta del racconto diretto dei protagonisti, ancora viventi, o di loro parenti, o di loro memorie degli avvenimenti relativi alla Resistenza, con lo scopo di ricordare ciò che è stato affinché non si ripeta più. Purtroppo l’inarrestabile fluire del tempo ci sottrae inesorabilmente questa ricchezza di testimonianza; diventa sempre più urgente renderla perenne nella carta stampata per tramandarla alle “ giovani generazioni, perché possano diventare protagoniste del progresso civile e sociale di un Paese, ispirato ai principi ed ai valori della Resistenza” (Statuto, art. 2).

Questo delicato impegno è affidato, soprattutto, alla scuola. Agli “abitanti” di questo mondo si rivolge in particolare l’attenzione e l’attività del Museo della Resistenza. A tutti gli operatori scolastici, nella loro articolazione gerarchica e professionale, rivolgo un particolare e sentito ringraziamento per la sensibilità, il contributo, la partecipazione e l’impegno dimostrati nell’accogliere e concorrere all’attuazione delle proposte del Museo. Al personale docente in particolare, al quale mi accomuna una ultratrentennale attività professionale, mi permetto di esprimere un sommesso suggerimento.                 Se correttamente si deve prestare attenzione allo svolgimento del programma nel rispetto delle prescrizioni ministeriali, spetta però al docente, nella sua autonomia professionale, definire i tempi dell’attuazione; quindi, accelerare l’esame dei secoli scorsi e utilizzare il tempo recuperato per la conoscenza delle vicende del secolo ventesimo, dilaniato da ben due guerre mondiali a distanza di vent’anni, con il loro carico tremendo di violenze, distruzioni e morti che coinvolsero tutta la Valsaviore, con particolare attenzione a quelle che vengono richiamate e ricordate in questa “Guida alla conoscenza e alla documentazione”.

Il Presidente del Museo Guerino Ramponi